I praticanti fanno parte di una tipologia di lavoratori molto particolare: infatti non sono stagisti e neanche dipendenti, ma aspiranti professionisti. Esistono varie tipologie di praticanti. Analizziamo le tre principali, ovvero aspiranti commercialisti, avvocati e notai.
Terminati gli studi di economia e giurisprudenza i percorsi che si possono intraprendere sono molti, tra i quali appunto si può scegliere la strada più lunga e complicata, ma che lascia adito ad allettanti aspettative per il futuro; spesso però le differenze di retribuzione tra i praticanti sono enormi.
I commercialisti offrono mediamente dei rimborsi di 500 euro mensili ,ma vi sono anche dei casi estremi in negativo in cui non si percepisce alcun tipo di remunerazione, e quelli in positivo che per profili particolarmente alti e in particolari luoghi geografici offrono compensi fino 1500 euro mensili.
Gli avvocati invece dovrebbero teoricamente percepire un rimborso che rispecchi il reale contributo apportato allo studio, ma spesso i compensi sono nulli; anche in quest’ambito però non mancano casi in cui si arrivano a percepire compensi tra i 1500 e i 2000 euro al mese.
Infine, per i notai la situazione è ancora differente; infatti generalmente i sacrifici iniziali sono molto maggiori e non si percepiscono rimborsi, ma i pochi fortunati che riescono ad ottenere l’abilitazione riusciranno ad ottenere redditi annui intorno ai 250 mila euro. Il problema però è che l’esame per l’abilitazione non è a cadenza fissa e inoltre viene superato mediamente dallo 0,5% dei candidati; come se ciò non bastasse per conoscere i risultati si può arrivare ad aspettare anche due anni.