L’aumento dei divorzi, che in Italia sono aumentanti del 17,4% secondo l’Istat, e il malessere che si genera nelle famiglie, specialmente in quelle con i figli, rende la figura del mediatore familiare molto richiesta, per aiutare non solo le coppie, ma le famiglie in crisi a superare i loro problemi in maniera non traumatica.
Il mediatore è un terzo elemento neutrale, estraneo alla famiglia, che può, grazie ad una formazione professionale, risolvere i conflitti pacificamente, per arrivare alla soluzione migliore, che non deve essere per forza lo scioglimento della famiglia, ma dovrebbe essere la ricongiunzione senza traumi.
I mediatori devono avere una laurea in discipline pedagogiche, psicologiche, sociali o giuridiche, e aver frequentato un master abilitante con tirocinio, in modo da essere un esperto formato a 360 gradi per dirimere le controversie che si possono generare all’interno delle famiglie.
Enti privati e Università, si sono adoperati per proporre corsi di formazione e Master, per guidare i laureati presso questa nuova figura professionale, per la quale non esiste ancora un albo.
Nel 1990 l’Association pour la Mediation Familiare ha coniato tale definizione sulla mediazione familiare: “la Mediazione Familiare, in materia di separazione o divorzio, è un processo di risoluzione dei conflitti familiari. Le coppie richiedono o accettano l’intervento confidenziale di una terza persona, neutrale e qualificata, chiamata Mediatore familiare”.
Il mediatore ha infatti molteplici competenze, che lo rendono un professionista completo, esperto ad intervenire non solo nei casi di divorzio, ma anche e soprattutto ovunque ci sia un conflitto familiare, manifesto o latente, sia tra i coniugi e sia con qualsiasi altro elemento della famiglia.
lo scopo e superare il conflitto e raggiungere una soluzione senza l’intervento del giudice.