Diventare consulente del lavoro, ovvero un professionista che gestisce ed organizza la forza lavoro, in un momento di crisi può essere una scelta professionale vincente.
Il consulente del lavoro è una figura professionale che, da libero professionista, si interpone tra le piccole medie e grandi imprese ed il lavoro,offrendo consulenze sulla gestione e l’organizzazione della forza lavoro. In un periodo in cui le ragioni della crisi economica generano riflessioni sul lavoro, questo genere di professionisti diventano fondamentali per la gestione delle aziende, vediamo quindi come diventare consulente del lavoro.
Terminate le scuole superiori bisognerà trovare un istituto universitario che offra un corso universitario, per diventare consulente del lavoro. Le università del Piemonte Orientale, di Bologna, Firenze, Messina , Milano, Roma Tor Vergata e molte altre offrono presso le loro facoltà di Scienze Politiche, Giurisprudenza o Economia a seconda dell’istituto universitario, tali corsi, in realtà basterà conseguire una laurea triennale presso una delle tre facoltà sopraelencate. A questo punto bisognerà inviare una richiesta formale presso consiglio provinciale dell’Ordine dei consulenti del lavoro di inserimento nel registro dei praticanti, solo da quel momento partirà il periodo dei due anni, con almeno 4 ore frequenza minima giornaliera, di praticantato che l’aspirante consulente del lavoro potrà svolgere presso lo studio di un Consulente, o presso lo studio di un altro professionista: avvocato, commercialista o ragioniere. Ogni professionista non può ammettere contemporaneamente nel proprio studio più di due praticanti ed il praticante, durante lo stesso periodo, non potrà svolgere altre attività professionali.
A quel punto il candidato potrà essere ammesso all’esame di stato dei consulenti del lavoro per l’abilitazione alla professione, l’esame da svolgersi presso la propria regione di residenza anagrafica consta di due prove scritte ed una orale. Gli scritti prevedono un tema sul diritto del lavoro e sulla legislazione sociale e di una prova tecnica di diritto tributario, saranno ammessi in sede di esame testi di legge non commentati e dizionari, la prova durerà 7 ore. I commissari valuteranno con un massimo di 10 punti la prova, la somma dei punti diviso il numero dei componenti della commissione costituirà la valutazione del candidato. L’orale,a cui accederà chi ha ottenuto il punteggio di almeno 6/10, ripercorrerà i temi dello scritto aggiungendo elementi di diritto pubblico , privato e penale ed elementi sul costo del lavoro e la formazione del bilancio, anche in questo caso l’esame verrà considerato superato con un punteggio minimo di 6/10. In quel caso il candidato riceverà l’abilitazione ad esercitare la professione di consulente del lavoro.
Trattandosi di un libero professionista, i guadagni sono variabili. Secondo questa guida sul consulente di lavoro su Professioniecarriere.com, il guadagno medio è di 85000 euro all’anno.
Si tratta quindi di una professione molto interessante.